Anthropotes 2024 XL 1 by AA.VV

autore:AA.VV. [AA.VV.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Studium
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

3. Nei tribunali: la repressione della sessualità fuori dal matrimonio

Nella Germania luterana e nella Svizzera di lingua tedesca, dopo una prima fase in cui ci si preoccupò di punire chi contraeva promesse o matrimoni segreti, soprattutto se seguiti da rapporti sessuali, dalla fine del XVI secolo la repressione si volse anche alle coppie che, dopo essersi regolarmente scambiate il consenso in pubblico, avevano intrattenuto rapporti sessuali prima della celebrazione del matrimonio di fronte al pastore e ai testimoni. La sessualità, al di fuori dei confini matrimoniali che sempre più tendevano a identificarsi con la cerimonia religiosa, venne perseguita in quanto fornicazione, lussuria, impurità ( Unzucht, Hurerei). Dallo scorcio del Cinquecento questi termini assunsero un significato più ampio che comprendeva anche quei comportamenti sessuali tra promessi sposi che fino allora erano stati largamente tollerati, a patto che la coppia “finisse” di sposarsi. A Basilea, come in alcune altre città svizzere e tedesche, la sessualità prematrimoniale fu perseguita ex officio e punita con multe e col carcere. A essere puniti non erano solo gli uomini, ma anche le donne.

Tuttavia la prassi giudiziaria non fu sempre così rigorosa. I giudici dimostrarono una certa flessibilità nel giudicare casi di questo tipo o di seduzione preceduta da promessa, soprattutto quando i partner appartenevano allo stesso ceto sociale e quindi il matrimonio era la soluzione più idonea per risolvere il conflitto. La colpevolizzazione e la repressione della sessualità prematrimoniale ebbero invece maggiore efficacia se a essere coinvolte erano donne che non avevano progetti matrimoniali credibili: perché il partner era già sposato, o apparteneva a un ceto sociale più elevato, o esercitava un mestiere itinerante – compreso il soldato - che gli consentiva di scomparire dopo aver sedotto la giovane. Non potendo sperare di convolare a nozze, queste donne furono facilmente assimilate a prostitute e punite per fornicazione [11] .

Riguardo ai paesi cattolici abbiamo ancora pochissime ricerche sulle cause criminali dei tribunali diocesani riguardanti la sessualità illecita dei laici, in cui i procedimenti erano prevalentemente ex officio e quindi rivelavano la volontà di repressione delle autorità ecclesiastiche. Nella diocesi di Firenze questi processi sono numerosi nel corso del Cinquecento, fin dai primi decenni (quindi fin dagli anni precedenti al concilio di Trento), ma tendono a diminuire dall’inizio del secolo successivo, finché, nel XVIII secolo, il criminale riguarderà quasi esclusivamente chierici. A spiegare il declino della giurisdizione penale ecclesiastica sui laici è la progressiva intrusione dei poteri secolari, fino a rivendicare la loro esclusiva competenza sulle trasgressioni sessuali che coinvolgevano laici.

Quel che è certo è che in alcuni Stati italiani cambia la tipologia delle cause matrimoniali – dunque civili – discusse, su querela delle parti, nei tribunali diocesani [12] . Difatti il contenzioso si sposta dal matrimonio alla promessa: dagli ultimi decenni del Cinquecento si ricorre alla giustizia non per ottenere la conferma o la nullità di un matrimonio, perché su questo, dopo il concilio di Trento, c’erano ben pochi margini di incertezza; ma per ottenere l’adempimento o, più raramente, lo scioglimento della promessa di matrimonio. La validità

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